Con spirito competitivo contro il cancro

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5 luglio 2023
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Brigitte Reinhart
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Dr.ssa sc. nat. Brigitte Reinhart
"Particolarmente infido" è sicuramente il termine giusto per il melanoma di Werner: esso è cresciuto verso l'interno senza alcun segno esterno ed è stato quindi liberamente in grado di provocare i suoi danni. Lo spirito competitivo di Werner lo aiuta a guardare avanti con determinazione e a sfidare il cancro.
Werner taglia il traguardo

"Tagliare il traguardo del triathlon a Monaco è stato indimenticabile. È stata una lotta, ma ce l'ho fatta. Non avrei mai pensato che due settimane dopo la mia vita avrebbe subito un’inversione di rotta". Il sessantaquattrenne Werner è un appassionato triatleta e investe diverse ore alla settimana nell'allenamento. Dopo un intervento al ginocchio, si era finalmente rimesso in piedi e stava facendo i suoi record personali, fino a quando non ha improvvisamente notato che le sue prestazioni continuavano a peggiorare. "Il mio piede sinistro non collaborava e avevo sempre come la sensazione di essere tirato verso sinistra", ricorda Werner. All'inizio non ci fece tanto caso, anzi si allenò più intensamente e fu sorpreso quando improvvisamente smise di vedere le cose sul lato sinistro. Le analisi del sangue non mostravano anomalie e il medico di famiglia inviò Werner da un neurologo. Ma anche lì era tutto normale, i riflessi di Werner erano perfetti.

Per sicurezza fu prescritta una risonanza magnetica, ma l'appuntamento era molte settimane più tardi. Durante questo periodo, Werner peggiorava sempre di più; praticamente non riusciva più a usare la metà sinistra del corpo. "Non vedevo nulla di ciò che accadeva alla mia sinistra". Questo aveva portato anche a strane situazioni: ad esempio, quando passava davanti agli amici senza salutarli perché lo incrociavano sul lato sinistro, o quando mangiava solo metà del piatto pieno. Werner si recò nuovamente dal medico di famiglia, che diagnosticò un burnout e mise l’agente di vendita in malattia per qualche giorno. Non migliorò nulla, anzi. "Durante l’allenamento di nuoto mi sentivo veramente sempre bene. Ma quel giorno il mio cervello non sapeva più come si fa a nuotare". Adesso non mancavano più cinque minuti a mezzanotte, ma era mezzanotte. La risonanza magnetica fu anticipata al giorno successivo, seguita da un appuntamento d'urgenza dal neurologo.

«Tutto era lontano da me»

Diagnosi: molte metastasi nel cervello, si dovette operare immediatamente. "In quel momento sono sprofondato in un baratro e ho vissuto tutto come se fosse lontano da me", ricorda Werner. Per molto tempo non è stato chiaro dove fosse l’origine delle metastasi nel cervello. Quindi finalmente fu fatta la diagnosi: un melanoma nell’occhio, non visibile in superficie. Nella TAC emersero anche altre metastasi nel fegato e nei polmoni.

Senza positività non funziona

L'operazione di due metastasi cerebrali più grandi andò bene e subito dopo Werner poté avvertire un netto miglioramento dei suoi sintomi; l’impulso di andare a sinistra era sparito. Le altre metastasi e il tumore primario nell’occhio non potevano essere rimossi e sono stati invece irradiati. "La radioterapia quotidiana per me era come andare al lavoro. Potevo persino rilassarmi", dice ridendo. I medici e il personale medico lo informano e gli spiegano semper tutto bene. "Mi sento in ottime mani e mi fido completamente di loro", dice Werner. È importante avere un atteggiamento positivo nei confronti dei medici e delle loro raccomandazioni terapeutiche. Werner è convinto che questo sia l'unico modo per ottenere le migliori cure.

La stagione agonistica può iniziare - con Werner

E così fino al momento attuale Werner è in cura con una terapia di mantenimento, che tollera molto bene. I tumori si sono tutti ridotti, lavora al 50% e guarda con ottimismo al futuro. "Per me esiste solo una vittoria. Sono un agonista e sono convinto che questa attitudine mi aiuti nel mio percorso". Come potrebbe essere altrimenti: Werner si allena di nuovo, anche se in maniera un po' ridotta rispetto a prima, e si è iscritto a diverse corse e ad un triathlon. "Lo sport è la mia sorgente di energia", dice.

Pause insieme e bei momenti

Al fianco di Werner c'è sempre sua moglie, che gli è vicina e lo sostiene. "Penso che la malattia sia quasi più difficile da sopportare per lei che per me", dice. Per questo motivo i due si concedono sempre delle pause insieme, ad esempio trascorrendo un fine settimana in un hotel o andando in un buon ristorante.

«Mi sarebbe piaciuta una comunicazione aperta»

Nonostante la grave malattia, Werner è tornato di nuovo al lavoro dopo poco tempo. "La normalità fa bene. Tuttavia, mi sarebbe piaciuta una comunicazione più aperta", sottolinea Werner. Lavora nella stessa azienda da 29 anni e conosce alcuni clienti da quasi altrettanto tempo. Avrebbe voluto che fossero stati informati della sua malattia. "Penso che sia importante affrontare l’argomento in maniera aperta. Io ho sempre comunicato apertamente e per questo molti hanno condiviso con me storie simili dal loro ambiente personale".

Giornalista: Anna Birkenmeier

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Dr.ssa sc. nat. Brigitte Reinhart
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Medical Services Manager, MSD Svizzera

Brigitte Reinhart ha una formazione in biologia molecolare ed in tecnologia genetica. Con una grande esperienza nella ricerca medica applicata, lavora da oltre 15 anni nei reparti medici di grandi aziende farmaceutiche. In qualità di responsabile dei servizi medici di MSD, garantisce la qualità e l'accuratezza dei contenuti qui pubblicati.

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