Cancro del polmone – Diagnosi

Aggiornata il
13 settembre 2023
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Brigitte Reinhart
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Dr.ssa sc. nat. Brigitte Reinhart
Per diagnosticare il cancro del polmone, ci sono vari esami e test che consentono di determinare il tipo di tumore presente e il suo stadio di progressione. Qui trova ulteriori informazioni sugli esami diagnostici, sulla stadiazione (classificazione in stadi) del cancro del polmone e sul ruolo dei biomarcatori. Inoltre, può scaricare un elenco di domande che possono aiutarla a prepararsi per il suo prossimo colloquio con il medico.
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Esami diagnostici per il cancro del polmone

I risultati dei test diagnostici e degli esami sono necessari per avere quante più informazioni possibili sul suo tumore specifico, allo scopo di pianificare il miglior trattamento individuale possibile.

I possibili esami comprendono i seguenti:

Il primo passo negli accertamenti diagnostici in caso di cancro è spesso un prelievo di sangue e il suo esame. In questo esame di laboratorio si analizzano, tra l’altro, i marcatori tumorali.

I marcatori tumorali, chiamati anche biomarcatori, sono sostanze presenti in concentrazioni superiori alla media nel sangue, nelle urine o nei tessuti di alcuni pazienti oncologici. I marcatori tumorali possono essere formati dal tumore stesso o da cellule sane in risposta al tumore.

I risultati dell’esame del sangue forniscono anche informazioni sulla funzionalità di determinati organi e sullo stato di salute generale.
 

Nell’esame ecografico il medico passa con la cosiddetta sonda ecografica su una parte del corpo, esaminando l’immagine ecografica dell’interno di questa parte dell’organismo su uno schermo. In questo modo si può riconoscere se sono presenti alterazioni anomale. L’esame dura solo pochi minuti e non è doloroso.
 

Esame radiografico dei polmoni

La cosiddetta radiografia del torace rappresenta l’esame di base nella diagnostica del carcinoma polmonare. Serve in prima battuta per orientarsi sul luogo in cui si trova il tumore e sulle sue dimensioni. 

Tomografia computerizzata

Nella tomografia computerizzata (TC) si utilizza un tomografo computerizzato, che produce in pochi minuti numerose immagini dell’interno del corpo e le trasmette a un computer.

In una TC vengono scattate in sequenza molte immagini, ognuna delle quali corrisponde a un diverso strato del corpo. Ciò consente di rappresentare con precisione le alterazioni tissutali in tutta la loro estensione. Utilizzando questi dati si possono generare anche immagini tridimensionali di determinati organi.

Queste informazioni sono importanti non solo per valutare la malattia, ma anche per pianificare un possibile intervento chirurgico.

Tomografia a emissione di positroni (PET)

La tomografia a emissione di positroni è una tecnica diagnostica per immagini molto precisa della medicina nucleare, che spesso viene combinata con la tomografia computerizzata (TC).

In caso di PET-TC, prima dell’esame si inietta nella vena di un braccio un cosiddetto radiofarmaco, che può essere evidenziato dal rilevatore altamente sensibile della PET. Nella maggior parte dei casi si utilizza uno zucchero radiomarcato (F18 fluorodeossiglucosio, abbreviato in FDG). I tumori e i focolai infiammatori mostrano di solito un aumento del metabolismo degli zuccheri, per cui possono essere identificati e valutati anche in relazione alla loro risposta a una terapia specifica.

Utilizzando in associazione la tomografia computerizzata (TC) è possibile localizzare con precisione un aumento del metabolismo degli zuccheri. Durante l’esame il paziente si trova disteso in un’apparecchiatura a forma di tubo che produce dei rumori. L’esame è indolore e dura complessivamente circa due ore.

Scintigrafia ossea

Mediante la scintigrafia ossea è possibile rilevare processi patologici nelle ossa e nei tessuti molli. Questo esame è uno degli esami di medicina nucleare eseguiti più di frequente.

A tale scopo si inietta in una vena del braccio un cosiddetto radiofarmaco, che si deposita nelle zone metabolicamente attive dello scheletro. La persona esaminata beve quindi un litro d’acqua per facilitare l’assorbimento del radiofarmaco nelle ossa. Dopo circa 3 ore si acquisiscono immagini dell’intero corpo in posizione sdraiata e immagini dettagliate di diverse parti del corpo.

La scintigrafia ossea è molto utile in oncologia, poiché consente di rilevare le metastasi ossee di più piccole dimensioni, che non sono visibili su una normale immagine radiografica.

 

La tomografia a risonanza magnetica è un ulteriore esame diagnostico. Le immagini di risonanza magnetica sono in grado di rendere visibili i tessuti del corpo strato per strato. Forniscono informazioni concernenti l’esatta posizione e le dimensioni delle alterazioni tissutali, consentendo di stabilire se sono maligne o benigne.

Le immagini di risonanza magnetica vengono generate utilizzando un tomografo a risonanza magnetica, che non fa uso di raggi X. Si tratta di una apparecchiatura simile a un grande tubo, in cui è necessario rimanere sdraiati per alcuni minuti. Poiché il dispositivo è molto rumoroso, viene offerta una protezione acustica. In generale è possibile tenere addosso i vestiti, purché non dispongano di parti metalliche. I materiali metallici non devono entrare nel tubo.

 

Durante questo esame si valuta il funzionamento dei polmoni.

A tale scopo si misura:

  • la quantità dell’aria che possono inspirare i polmoni (volume polmonare);
  • la velocità con cui viene inspirata ed espirata l’aria (flusso respiratorio);
  • la quantità di ossigeno che può essere assorbita.

La misurazione del flusso respiratorio è denominata «spirometria».

Spirometria

La misurazione del flusso respiratorio viene effettuata mediante uno spirometro, che consiste in un boccaglio e un tubo collegato a uno strumento di registrazione.

Durante l’esame si respira attraverso il boccaglio, intorno al quale vanno chiuse il più fermamente possibile le labbra. Il naso viene chiuso con una pinzetta stringinaso per assicurare che si inspiri ed espiri solo attraverso la bocca. Durante la misurazione si deve fare un respiro profondo e poi espirare con la maggior forza e velocità possibile attraverso il tubo. Il volume di aria inspirata ed espirata e la durata di ogni atto respiratorio vengono registrati. Le misurazioni vengono ripetute più volte per garantire che i risultati ottenuti siano affidabili.
 

Nella cosiddetta broncoscopia, i bronchi vengono esaminati dall’interno con l’ausilio di un broncoscopio.

A questo scopo si introduce delicatamente il broncoscopio attraverso il naso o la bocca fino alla trachea, per osservare questo organo e i bronchi (grandi rami che si dipartono dalla trachea). 

È possibile che durante la broncoscopia venga eseguita anche una biopsia o un piccolo intervento chirurgico.

Questo esame viene eseguito in genere in regime ambulatoriale con anestesia locale. Tuttavia, in circostanze particolari può talvolta essere necessario eseguire un esame più approfondito in anestesia generale.

Nella mediastinoscopia si esamina e si valuta lo spazio mediano della cavità toracica compreso tra il polmone destro e quello sinistro.

A tal fine si inserisce un mediastinoscopio attraverso una piccola incisione al di sopra dello sterno e si esamina l’interno dello spazio mediastinico.

Questo esame viene generalmente eseguito solo per escludere l’interessamento dei linfonodi prima dell’intervento chirurgico.

La mediastinoscopia viene eseguita sempre in anestesia generale, per cui è necessario rimanere in ospedale per un breve periodo.

È possibile che il suo medico prescriva ulteriori esami che non vengono illustrati in questa pagina. Chieda al suo medico se ha bisogno di ulteriori chiarimenti. Magari desidera anche prepararsi con una checklist in vista della sua prossima visita medica.

Checklist «Domande sulla diagnosi»

Qui trova alcune domande che potrebbe voler porre al suo medico.
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Biomarker nel cancro del polmone

Le pazienti e i pazienti affetti da cancro del polmone necessitano del trattamento più indicato per la loro malattia specifica. Un ausilio nella pianificazione del trattamento sono i cosiddetti «test dei biomarcatori».

I biomarcatori sono indicatori biologici che possono segnalare la presenza di determinati processi e malattie. In alcuni pazienti affetti da cancro possono essere rilevati nel sangue, nelle urine o nei tessuti. Con l’aiuto dei biomarcatori è possibile determinare le caratteristiche delle cellule tumorali presenti. Questo consente di trarre conclusioni sul tipo di trattamento antitumorale che potrebbe essere efficace. 

I più comuni biomarcatori del cancro del polmone comprendono i seguenti: 

  • PD-L1
    Una proteina che sopprime la risposta immunitaria dell’organismo.
     
  • EGFR
    In italiano significa «recettore del fattore di crescita epidermico». Una mutazione dell’EGFR può causare la crescita e la moltiplicazione incontrollate delle cellule tumorali.
     
  • ALK
    Un enzima che favorisce la diffusione delle cellule tumorali.
     
  • ROS1
    Questo gene modificato nelle cellule tumorali codifica un enzima che può contribuire alla crescita incontrollata del tessuto tumorale.

I biomarcatori possono essere importanti, tra le altre cose, per la scelta delle terapie mirate e dell’immunoterapia. Queste forme di terapia sono descritte in modo più dettagliato alla rubrica «Farmaci e radioterapia».

Stadi della malattia nel cancro del polmone

La classificazione del cancro del polmone in stadi aiuta a valutare la malattia nel modo più accurato possibile e a trarre conclusioni per la scelta della terapia.

Stadio I

Stadium 1

Tumore localizzato senza metastasi linfonodali e senza metastasi a distanza. Tasso di sopravvivenza a 5 anni: 63%

 

Stadio II

Stadium 2

Tumore di piccole dimensioni con metastasi linfonodali o tumore di grandi dimensioni senza metastasi linfonodali. Tasso di sopravvivenza a 5 anni: 63%

 

Stadio III

Stadium 3

Tumore avanzato con metastasi linfonodali o tumore di grandi dimensioni che si è già propagato al tessuto circostante. Tasso di sopravvivenza a 5 anni: 35%

 

Stadio IV

Stadium 4

Tumore con metastasi a distanza, indipendentemente dalle dimensioni del tumore. Tasso di sopravvivenza a 5 anni: 7%

  • Stadio localizzato: il tumore si trova solo in un polmone e interessa solo una sua parte e i linfonodi contigui.
     
  • Stadio avanzato: il tumore si è esteso a entrambi i polmoni, ad altre regioni del torace o ad altre parti del corpo.
Grazie ai trattamenti più recenti, come le terapie mirate e l’immunoterapia, le persone con cancro del polmone metastatico vivono oggi più a lungo che mai.
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Brigitte Reinhart
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Dr.ssa sc. nat. Brigitte Reinhart
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Medical Services Manager, MSD Svizzera

Brigitte Reinhart ha una formazione in biologia molecolare ed in tecnologia genetica. Con una grande esperienza nella ricerca medica applicata, lavora da oltre 15 anni nei reparti medici di grandi aziende farmaceutiche. In qualità di responsabile dei servizi medici di MSD, garantisce la qualità e l'accuratezza dei contenuti qui pubblicati.